lunedì 9 settembre 2013

Lontano

Lontano.
Lontano è dove voglio andare. Per un mese, un anno, per un po' della mia vita. Ormai è diventato un pensiero quotidiano e non credo che me lo leverò dalla testa finchè non ci avrò provato.
Non mi sento parte di questo Paese e ormai non penso di aver più paura di lasciare le abitudini, di abbandonare le sicurezze che mi danno una casa, i soldi mensili e i genitori.
Ho questa voglia sotterrata di costruirmi qualcosa che si sta riesumando ogni giorno di più.
Qualcuno direbbe "cambiare vita", io la chiamo semplicemente "agrezza".
I progetti sono tanti, le idee ancora di più... è un po' come quando finisci le medie e devi scegliere quale scuola superiore fare e non ne hai una fottuta idea perchè non sai ancora chi vorrai essere.
Forse forse lo so, chi vorrei essere.
Sono indecisa. Lo sono sempre. Penso sia la mia unica costante, l'indecisione.
Ma non è il mio peggio.
Il mio più gran difetto, invece, è che penso alla felicità degli altri prima ancora di pensare alla mia. È che mi faccio un'idea, penso sia una cosa importante, che valga la pena. Poi, col senno di poi, un po' ci ripenso...
E come quando vai a Parigi e corri a vedere la Gioconda: ti aspetti qualcosa di spettacolare, di soddisfacente, di emozionante e invece... ti ritrovi un quadretto da comidino, piccolo, insignificante, deludente.
Io penso di essere così, quando scelgo quale felicità mettere davanti. Penso sia qualcosa che valga davvero la pena.
E questa cosa mi consumerà come un vecchio sassolino, lo so.
Purtroppo non riesco a fare diversamente. Forse quando mi stuferò, forse quando anche io arriverò a quel limite che stabilisce il passaggio dal bene all'egoismo.
Prima o poi succederà: non oggi, non domani, non la prossima settimana o mese.
Ma succederà.