giovedì 26 dicembre 2013

Niente

Questi 40 giorni sembrano non finire mai. Il riposo forzato mi sta davvero snervando.
Non so se sia per questo che il mio umore ha repentini sbalzi... sono 3 giorni che vorrei solo dormire, rimanere zitta, non avere nessuno accanto, nessun contatto. Nessuno proprio. Zero assoluto.
Mi sento soffocare.

Io e L. abbiamo avuto qualche diverbio. Ci sono momenti in cui penso che mi spenga l'entusiasmo. Mi è capitato di pensare che non è la persona giusta per me. Forse è l'ennesimo sbalzo di umore, forse ne ho un po' le palle piene, magari vorrei una persona diversa a volte. Non lo so. Forse è perchè adesso non vorrei nessuno, e nessuno potrebbe andarmi bene.
Ma siamo a Natale e non voglio altre discussioni.
Magari è proprio perchè siamo a Natale.
Inizio ad odiarlo. Odio tutta questa costante e ripetuta celebrazione, il dover sembrare felici anche se non lo si è. L'inno al cibo, i pranzi, le cene, i parenti. Odio tutto.

Oggi è il compleanno di L... e io vorrei solo starmene da sola.

lunedì 2 dicembre 2013

Vivere

Il tempo passa sempre allo stesso ritmo anche se spesso ti pare andare a velocità differenti.
Questo mese è trascorso in un lampo fulmineo.
Mi sono laureata con 100, bensì potessi arrivare un po' più in alto; ho indossato il mio vestito piano B perchè ho perso solo la metà dei chili che avrei dovuto (e ne ho già ripreso uno); è stato un giorno felice e avevo tutte le persone importanti per me vicine, eccetto mia nonna.
Insomma, il corso degli eventi è andato, non male, non come mi ero prefissata. Ma è andato.
Sono un'infermiera e ciò è la cosa a cui ho voluto dare più importanza di tuttte e per questo ne sono felice.
Appena dopo la laurea mi sono rilassata e ho lasciato che tutto scorresse, che passasse, senza un mio controllo ossessivo. Ho mangiato, ho festeggiato, sono stata felice. È stato bello e non mi sento in colpa per aver ripreso un chilo. Mi sono presa 10 giorni di libertà... finalmente.
Ora pian piano mi rimetterò in riga e proverò a mangiare in una maniera decente, senza puntarmi obiettivi strampalati, ADAGIO, questa è la parola esatta.

Tra 3 giorni mi operano alla schiena.
Non avrei mai pensato di dirlo ma ne sono immensamente felice... sono così stanca di non poter programmare come mi pare la mia vita, di essere dipendente da merdosi farmaci, di chiedere scusa a Luca perchè spesso sono intrattabile, sono completamente stufa marcia di sentire dolore ogni singolo giorno, ogni ora, ogni sempre e di piangere come una cretina la mattina in tremendi sbalzi di umore.
Non so se è questo mio problema che me lo fa dire, proprio perchè non posso far molto in 'sto periodo, ma ho una voglia di vivere esagerata, di spaccare tutto, di andare via, di farmi la mia vita, di essere tranquilla e felice con Luca, di fare sport (!!!) o di alzarmi la mattina saltando e di fare tutto quello di cui ho voglia.
Appena mi riprendo dall'intervento, darò il massimo e investirò tutte le mie forze in questo: costruirmi la vita che desidero e sentirmi bene.

Ho iniziato a rispolverare il mio inglese, visto che avrò lunghi giorni vuoti da riempire... voglio partire il prossimo anno. Voglio così tante cose che perlomeno - per la legge dei grandi numeri - in qualcosa riuscirò ad arrivare in fondo.

lunedì 4 novembre 2013

Obiettivi

Tra 18 giorni mi laureo.
Sarà un giorno importante e non voglio riguardare le foto e vedermi un elefante.
Ci ho provato tanto, a dimagrire, tentando di mangiare regolare, di non esagerare. Un gran bel fallimento. Nonostante non mangiassi come un maiale, non ho perso nemmeno un etto. Questa schiena dimmerda non mi permette di fare un cazzo. Sono avvilita...
L'evoluzione di questo fallimento si sa già come va a finire... però non riesco più, ora che Luca è con me la maggior parte del giorno. Mi faccio troppo schifo.
Ci sono state sere in cui avrei voluto svuotare la dispensa e poi risolvere come so fare. Ma c'era lui.
Avevo talmente tanto bisogno di mangiare che per un attimo l'ho odiato. Ho desiderato essere da sola a casa, ho pensato che non lo volevo con me, che sarei stata meglio con il mio cazzo di mangiare in bocca a compatirmi e a svuotarmi subito dopo.
Che immisurabile tristezza.
Ero tornata a 67 kg, poi ai 66 dove mi sono bloccata. Da lì nemmeno un etto.
Lo schifo più totale.
Ho comprato il vestito di laurea con l'intento di metterlo solo se perdo un po' di merda che mi porto dietro. Ne ho anche comprato un altro, meno aderente. Il mio piano B.
A me piacciono i piani A, dunque devo perdere 4 chili in 16 giorni.
Colazione caffè e quello che trovo di leggero, pranzo proteine (poche) e verdura, niente merende, a cena solo verdura, durante la giornata massimo 30 gr di carboidrati.
Oggi è il terzo giorno. L'obiettivo è perdere 250 gr ogni giorno.
Stamattina ero a - mezzo chilo.
Voglio i 62kg. Punto.

domenica 27 ottobre 2013

Forse, una volta...

L'amicizia penso sia una cosa complessa. Più complessa dell'amore.
Quando trovi una persona da amare in essa cerchi e trovi diversi aspetti, affinità e deve essere un legame di intima intesa, di confronto, di fiducia, di sostegno reciproco. Ma è più semplice. Con quella persona ci passi molto del tuo tempo e condividi parecchie delle tue abitudini, compresi i difetti. Ti abitui a convivere con molti di essi ed è sempre e comunque una persona che conosci davvero davvero bene, dopo un po' che ci stai assieme. È più facile affidare a questa una parte di te.
L'amicizia invece non è così. A parer mio, negli anni, dalle esperienze, ho capito che è un filo parecchio sottile, sul quale ben pochi dovrebbero camminarci sicuri. Le persone con cui passi il tuo tempo possono sembrarti buoni punti di riferimento, su cui poter contare.. per le quali spendere energie e aspettative vale la pena.
La maggior parte delle volte poi scopri di sbatterti tanto più di quanto l'altro si sbatterebbe per te.
È sempre una questione di misure. C'è una bilancia, e questa pende sempre da una parte. che spesso non è la propria.
Non muovo nessuna critica verso quelli che chiamiamo rapporti di amicizia. Esistono ed esisteranno in futuro, servono. Però dal passato ho imparato molto... non credo che cambierò mai idea.
Gli amici ci sono, trascorri parte del tempo della tua vita con loro.. ma l'amicizia che si vede nei film, che si legge nei racconti, che la gente ostenta come "eterna, indissolubile", no, io a quella proprio non riuscirò più a credere.
Sono tutte stronzatine di cui ci vogliamo convincere pur di non ammettere che ognuno di noi pensa per sè, che l'egoismo è una presenza costante, nonostante i bei momenti e nonostante ciò che ci si dice.
Non sono più l'illusa di una volta, non ho più 17 anni (me lo ripeto spesso).
Ho fatto già un grande passo, nel credere che un altro essere umano possa amarmi così come sono, sempre troppo me stessa. Ho rischiato e sto rischiando, ma va bene così.
Io non credo nelle persone. Non so nemmeno se possono credere in me stessa, figurarsi.
È questo il problema.

giovedì 3 ottobre 2013

Unità di misura

Alla distanza cambierei unità di misura. Non puoi rappresentarla in una manciata di metri, di miglia, di qualsivoglia numero. La distanza è una percezione.
Si allunga, si stringe, si curva, si distorce, si tocca, si attraversa. A volte la senti, altre no.
Penso dipenda da dove la guardi, una questione di mera prospettiva.
È un po' come il concetto di idea. È come quando 2 persone vogliono una maglietta, le loro idee sono vicine, quasi sovrapponibili... lo sono davvero, finchè uno dei due non dice che la maglietta la vuole rossa e l'altro pensa che invece la vorrebbe blu. Stiamo parlando sempre di una maglietta, della stessa stoffa, della medesima cucitura, identica forma. È un dettaglio che cambia. Questo può essere visto come una piccola infinitesimale distanza di idee, oppure come un abisso di dimensioni continentali.
Chi dei due ha ragione? La maglia deve essere blu o rossa?
Beh, entrambe sono bellissime magliette. Ma come scegliere?
C'è chi direbbe che per ogni distanza c'è un punto d'incontro, un compromesso, una soluzione che renda ognuno dei due soddisfatto. Devi sono prendere la maglia rossa, quella blu, forbici, ago e filo.
Avrai una maglia mezza blu e mezza rossa. Entrambi avranno una parte della propria scelta.
Sembra ragionevole, no?
Eppure spesso questa è una soluzione che, più che rendere felici entrambi, lascia un senso di insoddisfazione comune.

Forse la soluzione sarebbe prendere una maglietta verde... e regalarla, alla prima ricorrenza natalizia.

lunedì 9 settembre 2013

Lontano

Lontano.
Lontano è dove voglio andare. Per un mese, un anno, per un po' della mia vita. Ormai è diventato un pensiero quotidiano e non credo che me lo leverò dalla testa finchè non ci avrò provato.
Non mi sento parte di questo Paese e ormai non penso di aver più paura di lasciare le abitudini, di abbandonare le sicurezze che mi danno una casa, i soldi mensili e i genitori.
Ho questa voglia sotterrata di costruirmi qualcosa che si sta riesumando ogni giorno di più.
Qualcuno direbbe "cambiare vita", io la chiamo semplicemente "agrezza".
I progetti sono tanti, le idee ancora di più... è un po' come quando finisci le medie e devi scegliere quale scuola superiore fare e non ne hai una fottuta idea perchè non sai ancora chi vorrai essere.
Forse forse lo so, chi vorrei essere.
Sono indecisa. Lo sono sempre. Penso sia la mia unica costante, l'indecisione.
Ma non è il mio peggio.
Il mio più gran difetto, invece, è che penso alla felicità degli altri prima ancora di pensare alla mia. È che mi faccio un'idea, penso sia una cosa importante, che valga la pena. Poi, col senno di poi, un po' ci ripenso...
E come quando vai a Parigi e corri a vedere la Gioconda: ti aspetti qualcosa di spettacolare, di soddisfacente, di emozionante e invece... ti ritrovi un quadretto da comidino, piccolo, insignificante, deludente.
Io penso di essere così, quando scelgo quale felicità mettere davanti. Penso sia qualcosa che valga davvero la pena.
E questa cosa mi consumerà come un vecchio sassolino, lo so.
Purtroppo non riesco a fare diversamente. Forse quando mi stuferò, forse quando anche io arriverò a quel limite che stabilisce il passaggio dal bene all'egoismo.
Prima o poi succederà: non oggi, non domani, non la prossima settimana o mese.
Ma succederà.

martedì 9 luglio 2013

Condivisione

Sono passati 50 giorni dall'ultimo post che ho scritto. E sono stati 50 giorni intensi.
In questo periodo tutte le mie energie sono spartite tra l'università e la mia schiena dimmerda. Il mio peso è sceso in secondo piano e si dondola tra 64-64.5... la prova costume non sarà delle migliori, ma vabbè, non credo che amerei in mio corpo comunque, quindi tanto vale virare le mie attenzioni su altro.
Luca ha trovato un lavoro e sono contenta all'infinito. Spero gli serva, spero lo aiuti a diventare una persona più adulta, più capace, più sveglia, più matura... più vicina a quella che vorrei avere a fianco. Non che ora non mi vada bene, sia chiaro... non so cosa farei senza di lui. Ma sto per passare al "passo successivo", a quello dove ti devi trovare un lavoro, costruire qualcosa, magari andare via... e non voglio essere quel genere di ragazza che in qualche modo deve stargli dietro, spronarlo sempre, ecc ecc.
Una relazione penso si basi molto sulla condivisione, non solo del sentimento, non solo dei gesti, delle carezze, degli abbracci. Credo che la condivisione sia anche imparare li uni dagli altri.
Luca mi ha insegnato molto e da lui ho imparato per prima cosa che a volte bisogna dar meno peso alle cose prendendole con più leggerezza, che un gesto spesso è inconsapevole e non nasconde un secondo significato, che amare se stessi è importante, che l'amore degli altri lo vedi anche dai gesti più stupidi, che con mio padre devo essere paziente anche se a volte mi fa arrabbiare... e mi ha insegnato soprattutto la tolleranza, in generale. Verso me stessa, verso gli altri, verso le situazioni. Mi ha insegnato a vivere più serenamente, a credere nel "dai, andrà tutto bene". In definitiva, credo mi abbia insegnato ad amare un po' di più la vita, per come viene. Dici poco?
Dall'altra parte, spero di avergli insegnato anche io qualcosa. A prescindere dal saper cucinare cose commestibili o al sapere circa come pulire una casa. Mi auguro di avergli trasmesso che è importante costruirsi qualcosa da soli, di non dover sempre contare sui propri genitori (o di contarci, ma non con leggerezza), che fare progetti non vuol dire essere precipitosi, che crescere non fa così schifo... e che avere delle responsabilità non vuol dire solo avere un fardello di impegno.
Spero di avergli insegnato che, se ami una persona, è bello costruirci qualcosa insieme.

Mi mancano un solo esame, la fine del tirocinio, la tesi, l'esame di abilitazione e l'iscrizione all'albo.
Il termine di questa lunga e speciale esperienza sta quasi arrivando... e sto provando ad imparare un po' di tedesco! Magari non mi servirà, magari sì. Magari è solo l'ennesima occasione per mettermi alla prova. Non importa! Imparerò il tedesco. Punto.

lunedì 20 maggio 2013

Transizione

C'è un periodo della mia vita che sta finendo, sta scivolando via, sta mutando.
Se tutto va bene tra 6 mesi sarò laureata e sarò un'infermiera.
Mi fa strano capire che ci sono quasi, che i tanti sacrifici e l'impegno mi daranno finalmente questa grande soddisfazione.
Mi fa strano capire che ci sono momenti in cui ne sono immensamente felice, altri in cui l'idea mi spaventa da morire. Nel secondo caso non lo faccio mai capire agli altri, ma lo so dentro di me.. lo so che le cose che cambiano mi fanno vacillare. Io che amo tanto le sicurezze, le cose programmate, i piani perfetti e organizzati. Io che pianifico e organizzo la maggior parte dei miei giorni e mi ritrovo in un "punto e a capo" bianco e neutro con il cursore che lampeggia e che aspetta di sapere cosa scrivere dopo.
E con insistenza continuo a fare programmi, ipotesi, viaggi mentali, che giorno dopo giorno rivaluto, modifico, cancello a seconda delle circostanze.
Sono proprio una stupida nel poter credere di riuscire a scrivere un futuro, di poter avere un fottuto controllo anche su quello. Mi viene quasi da ridere che in questi 66 kg di merda ce ne sia la convinzione.
Per il resto che dire?
Ho iniziato il mio ultimo tirocinio e non credo che raggiungerò il voto massimo. La rianimazione è un salto troppo grande per le mie gambe. Soprattutto se il mio impegno si deve spartire anche con esami e tesi. Però, detto questo, mi piace e sono certa che imparerò molto... mi fermo qui, perchè per questa volta il mio obiettivo non sarà il voto, bensì la pratica e le conoscenze da arricchire.
Punto a capo.

domenica 21 aprile 2013

....



63,0
65,2
......
Due chili in 2 settimane. 
Potevo fare meglio? 
Fanculo. 

lunedì 8 aprile 2013

Pensiamo ad ora.

Ho terribili sbalzi di umore. Ci sono giornate buone e giornate meno buone.
In questo periodo di silenzio sono successe molte cose, alcune delle quali hanno fatto vacillare molti dei miei progetti per il futuro. Cerco comunque di rimanere positiva, bensì realista. La soluzione e non smettere mai di fare nuovi progetti, di avere un piano B se le cose vanno diversamente da come te le sei immaginate.
Con L. va bene, più che mai. Mi è vicino e mi aiuta, mi sostiene. Non so cosa farei se non avessi lui al mio fianco. A giugno sono 3 anni di vita che condividiamo e nonostante il passato e le divergenze sento che va bene. Sento che andrà bene.
Mantengo i miei stupidi 63 kg da un po' e che dire... forse accontentarmi di questo peso è il massimo che dovrei fare per me stessa.
Ad ogni modo non va male ed è questa la cosa importante.
Oggi sono positiva!

domenica 17 marzo 2013

.....

A volte vorrei non avere affatto un corpo. Sarebbe più semplice non disprezzarlo.
Sto provando per l'ennesima volta a mettermi in testa che il cibo non mi lede, che posso non preoccuparmene. Ci riesco, per qualche periodo, basta evitare di pesarmi, basta evitare di avere un controllo ossessivo. Poi però crollo. Crollo perchè quella maglia che mi stava bene mi sembra segnarmi, perchè quei jeans mi parevano essermi più larghi, ecc ecc.
In questo periodo provo a fregarmene e sostituisco le abbuffate di cibo con le sigarette.
Ne fumo molte più del solito e non credo affatto sia la soluzione giusta.
Vorrei smettere, vorrei liberarmi di tutte queste dipendenze schifose.
Il cibo, le paglie, il controllo.
Vorrei sentirmi per un attimo certa che se "mollo il volante" la mia macchina non sbanda e non precipità giù per un burrone. Ma chi ha il coraggio di provarci? chi riesce a credere che affidarsi a qualcosa che non puoi controllare sia la scelta giusta?

mercoledì 27 febbraio 2013

Genitore

Qualche giorno fa ho detto a Luca una cosa che non avevo mai detto a nessuno. Mi sono sentita più leggera, ma ho anche riflettuto molto.
Appena dopo il divorzio dei miei, io e mia madre siamo andate a vivere in affitto in un paese molto vicino alla casa dove ero cresciuta, dovevo finire le elementari lì ed ero vicina anche al babbo.
Penso sia stata una scelta giusta non cambiare subito paese, tenere le vecchie amicizie, le abitudini di sempre.

Qualche mese dopo, mia madre ha trovato un compagno che mi ha presentato. Vivevamo in un bilocale, con un solo letto matrimoniale e io dormivo con la mamma. Ho sempre dormito con lei, fino ai 13/14 anni.
Ad ogni modo, ovviamente non la presi molto bene la questione del nuovo compagno che mi gironzolava per casa. Ma penso sia normale.
Alla sera, quando lui dormiva lì, andavamo a letto. Tutti e tre, tutti sul fianco destro. Io stavo sul bordo del letto, mia mamma abbracciava me, e lui abbracciava mia madre. Mi ricordo che ogni tanto russava, che ogni tanto chiudevo gli occhi e immaginavo che non fosse lui, ma il mio babbo.

Mi ha sempre dato i brividi ripensarci. Con il senno di poi la cosa non mi sembra proprio sana.
So che da parte di mia madre è stata di certo una scelta discutibile.
Non ne parlo mai di come ha affrontato la questione della separazione, non voglio sentire pesare il giudizio. Cerco anzi di non pensarci proprio.
Però credo anche che, nonostante alcune decisioni non del tutto a mio favore, in una situazione del genere non sia semplice sapere cosa fare. Se divorzi a 32 anni vuoi rifarti una vita, vuoi ricominciare prima che sia tardi, vuoi correre e rimettere in sesto la tua vita.
Ho una buona opinione di mia madre. È una delle persone che, ora come ora, stimo di più.
In passato no, penso di averla odiata. Penso di averle fatto patite le pene che ho patito io in tutto il travagliato periodo del post-divorzio. Credo di aver pensato di punirla. A quell'età non capivo le sue scelte, non comprendevo nessuna delle sue decisioni o giustificazioni.
Mi sono dispiaciuta molto per questo.

Tutt'ora ogni tanto mi chiedo il perchè di alcune cose, ma alla fin fine non mi sembra importante avere SEMPRE ogni risposta. La stimo molto, penso mi abbia dato un'educazione eccezionale e mi abbia impresso dei buoni principi. C'è sempre stata e c'è sempre, mi sostiene, mi incoraggia, e lo fa ogni volta che sono in difficoltà. Questo credo basti.
Fare il genitore è un'impresa che quasi mai riesce perfettamente.
Spero di essere un genitore come lo è stata lei. Ecco, semmai divorzierò, so cosa magari evitare... però non posso e non mi sento di criticarla. Le voglio bene.
Immensamente.

venerdì 15 febbraio 2013

Serendipità

Serendipità è la sensazione che provi quando cerchi qualcosa e ci trovi tutt'altro. Qualcosa di imprevisto, qualcosa di molto diverso dalle tue iniziali aspettative. Può essere qualcosa di meglio, qualcosa di peggio o qualcosa punto.
Come chi studiò la creazione di un farmaco per l'Angina e inaspettatamente inventò il Viagra... o come Fleming che per fortuito caso scoprì la penicillina, o per chi scoprì la dinamite, e via dicendo.
Ognuno di noi ha il proprio momento di "serendipità", che sia esso glorioso o deludente.

Il tuo qual è?

sabato 2 febbraio 2013

Recidive

Meteforicamente parlando.
Quando si scopre di avere un tumore, il mondo cade addosso, i progetti, le abitudini, le aspettatite. Tutto quanto ti precipità sulla testa. Poi dopo questo colpo improvviso e qualche momento dove non sai come prendere ogni cosa, ti si libera la mente e a quel punto decidi se lottare o soccombere.
Metti caso che guarisci, che riesci a superare quel periodo buio egregiamente, che la tua vita torni a quella che chiamavi normalità. Metti che ricominci tutto da capo, accantoni il passato, non ci pensi più, tuteli le tue paure sostituendole con nuova fiducia.
In futuro, un bel giorno, hai quel presentimento che ti si insinua dentro, che riporta a galla ogni dubbio di quel male che ti ha attraversato. E così si scopre di avere una di quelle che chiamano "recidive", che è quando il tumore ti torna, ti abbatte di nuovo e con più veemenza.
La recidiva le persone la vedranno sempre come peggiore, come forze vane di guarigione, come un braccio di ferro dove alla fine quando stai per vincere ecco che arriva quella scarica di forza che ti piega.
Credo che la cosa più brutta nell'avere un tumore, sia avere la recidiva. Perchè credi di aver superato qualcosa di grandiosamente negativo e invece si ripresenta, e non è qualcosa che misconosci e che hai la forza di fronteggiare con quel pizzico di aspettative positive. È qualcosa che hai già vissuto, che pensavi di aver superato e che invece torna, si ripresenta bussando più forte, facendoti pensare che non ci srà mai un momento in cui ti potrai sentire al sicuro.
La recidiva ti sfianca e ti porta a pensare che lottare per qualcosa non risponda sempre al sinonimo di star bene. La recidiva ti fa pensare: va bene, se è così che deve essere, allora così sia. La recidiva ti assorbe ogni piccola forza, ogni stimolo di risposta e finisci subendola, immergendotici dentro appieno e affidandoti solamente all'evoluzione della malattia.
C'è chi guarisce del tutto, chi non la supera, chi la supera ma ogni giorno sucessivo alla guarigione lo vive nel dubbio che si ripresenti, prima o poi.

Metaforicamente parlando, l'amore può essere un cancro. E non so come reagirò in futuro a questa recidiva della mia vita. Non so se riuscirò mai a fidarmi di nuovo di una persona che mi ha sempre spinto a fare il contrario. L'unica cosa di cui sono certa è che amare, a volte, ti rende la vita un inferno. Amare non è solo sentirsi bene, ma è anche sopravalutare l'altro e sopportare, soccombere, sopperire a tutte quelle circostanze che mettono a dura prova il sentimento. Ovviamente, se pensi che questo sentimento venga tutta la fatica.
Spero sia così, spero di finire in un futuro a dire: "meno male che quel giorno non ho mollato e ho continuato a credere in quella persona".
Lo auguro a me stessa.
Se ciò non accadesse non mi perdonerei mai il fatto di aver voluto continuare a farmi male, nonostante l'evidenza.

63,6
62,4 

PS: ho superato l'esame della vita, e ne sono immensamente felice! :)

giovedì 17 gennaio 2013

Accettare

Devo rendermi conto ed accettare che le persone non possono essere perfette in tutto quello che fanno e che sono, che essere "meno bravi" in qualcosa è normale. Devo capire che sotto gli occhi degli altri un sacco di cose possono essere viste in milioni di modi differenti e che questo accade sempre, per ogni essere umano. Anche per me.
Non raggiungerò mai la perfezione in ogni mio obiettivo: a volte può capitare che ci andrò vicino, altre volte che sarò ben lontana dalle mie aspettative. L'importante è che io investa ogni fibra del mio impegno... e non succede nulla se sbaglio, perchè ognuno ha il diritto di commettere errori, no?
Se imparo questo, sono certa che riuscirò a essere una persona più serena.


"...imparo dall'impatto con la verità,
che è trasparente come il vetro e puoi tagliartici a metà"

sabato 5 gennaio 2013

Bum.

Mi sento esplodere. In tutti sensi.
A parte il prevedibile avvento delle feste che mi ha regalato un 63.6, mi sento esplodere la testa.
Devo trovare un modo per placare tutta questa tensione che mi sento addosso.
Ho questo esame importante tra 2 settimane che temo di non superare, che mi lasci indietro, che mi faccia sentire una stupida incapace.
Ho Luca, che tra meno di 4 giorni riparte per la Spagna e mi prende l'ansia, la tristezza, la paura. Un po' per il periodo in cui non ci sarà, ancora di più per quando invece farà ritorno. Ora che ha ritmi diversi, abitudini differenti, ora che con me è meno paziente, ora che gli serve più sforzo per non rispondermi a malomodo quando magari succede qualcosa che lo altera... e questo insieme di sensazioni e pensieri mi rendono ancora più irritabile, meno sopportabile.
Lo capirei, se si stufasse di me.
Ho tutto questo grasso che non riesco a togliermi di dosso, che mi rende ancora più infelice.

Questi ultimi post sono davvero avvilenti. In questi momenti spesso penso che sia meglio non scrivere un bel niente. Non voglio ricordarmi in questo modo.
Voglio solo stare bene: con me stessa, con Luca, con il mondo.
Devo trovare una soluzione. Devo assolutamente.