lunedì 31 dicembre 2012

Riflessioni...

Oggi ho partecipato ad un colloquio di dimissione di un paziente, la moglie (ormai ex) e lo psichiatra. Questo uomo ha tentato il suicidio poichè si è reso conto che la sua relazione stava finendo. La coppia ha un figlio, di 10 anni, che sta vivendo questa separazione in pieno.
Lo psichiatra ha detto che la cosa più importante è tutelare il bambino, perchè a questa età non ha la giusta razionalità per soppesare in modo adulto le ragioni e la situazione in generale che si presenta in caso di divorzio. Ha spiegato che egli definirà nelle due figure quella "buona" e quella "cattiva"... in quella età si inizia a farsi l'idea di come deve essere una relazione, dei ruoli, dei rapporti... un bambino si porta dietro tutta quella che è l'esperienza di una separazione e, in base a ciò che interpresta, mette le basi per le sue future relazioni. Se subisce negativamente questo passsaggio ne sarà influenzato e ciò si rifletterà sulla sua vita.
Se giungerà alla conclusione che in un rapporto arriverà un momento in cui la coppia non avrà più ragione d'essere, vivrà con questa consapevolezza e da qui avrà un rapporto ansioso, avrà paura di essere abbandonato.
Ha detto che è una situazione delicata, che deve essere presa con le pinze e che gli deve essere spiegato tutto con cautela.
Io ho scoperto dei miei genitori perchè ho visto mia madre piangere e mio padre scaraventarla contro l'armadio e darle uno sberlone. Non so quanto io sia stata condizionata dal mio passato, non so se i miei l'abbiano gestita bene o sbagliando di grosso. Probabilmente ne sarò stata influenzata, non so in quale misura.
So solo che vedo sempre qualcosa che non va nelle mie relazioni. E ho paura, sempre, di rimanerci pugnalata. Forse per il divorzio dei miei, forse solo perchè sono terribilmente insicura della mia persona.
Non ho una risposta per quest'anno. Ma va bene così, non è stato granchè come anno, tanto vale confidare nel prossimo.

martedì 18 dicembre 2012

Scomparire

Me ne rendo conto ogni giorno di più. Sono piccole cose o dettagli importanti, sono gesti, frasi, sguardi, che me lo fanno capire. E ho paura ad ammetterlo, forse perchè non ho davvero la forza dirlo ad alta voce.
Mia nonna sta scomparendo, lentamente.
Ci sono momenti dove per spiegarle una cosa, stupida e banale, inizio a ripeterla anche 5 o 6 volte cambiando le parole, invertendo i lemmi, facendo paragoni. E lei mi dice che ha capito e quando me lo ripete per provarmelo mi pronuncia un quarto di quello che ho detto, se non il contrario. Oppure capisce, poi se lo dimentica e mi dice che di quella determinata cosa non le ho mai parlato.
È quasi sempre lucida, poce volte farnetica cose senza senso, ma ci sono periodi in cui ha forti paranoie nelle quali vede che tutti la vogliono fregare: quelli della Tim, quelli del Gas, quelli dell'Enel, la cassiera del supermercato, e via dicendo.
Una delle cose che mi fa più paura è scomparire. Perdere quello che di te ti contraddistingue, come essere umano e come persona a sé stante. Smarrire la propria autonomia di pensiero, il proprio insieme di esperienze e vissuti che ti definisce e ti caratterizza da qualsiasi altro individuo. 
A volte temo che finirà con avere l'Alzheimer. Questa malattia tanto frequente quanto devastante.
In questo caso perdi tutto. Dal tuo essere, al sapere chi sono le persone che ti stanno accanto. Dimentichi quello che eri e quello che sei, ciò che hai condiviso con i tuoi familiari diventa solo un'ombra sempre più offuscata e indistinta.
A volte te ne rendi conto. Capisci la retrocessione della tua mente e del tuo pensiero. Lo sai, che prima o poi non riconoscerai nemmeno chi hai amato o perchè lo hai amato. Rimarrai solo un corpo privo di un incoscente contenuto, perso chissà in quale antro della tua mente.
Non riconoscendo più nessuno e perdendo il tuo orientamento spazio-temporale, sarai soltanto una scatola di carne che rinchiude una profonda solitudine.
Non credo esista tristezza più grande. 

Semmai invecchiando, un giorno, capirò di star scomparendo, penserei subito al mezzo più veloce e indolore per morire. Sarei conscia di avere ancora una scelta e di poterla prendere in modo autonomo e con la mia testa. E credo sarebbe una morte ricca 100 volte più di dignità e di integrità.

sabato 15 dicembre 2012

Se fossi qui...

Vorrei che fossi qui, adesso.
Se tu ci fossi, io credo che non starei stesa sul pavimento del bagno.
Mi sento così male che mi piacerebbe staccarmi la testa, reciderla nettamente, così da cancellare ogni pensiero che mi passa per il cervello. Non credo di potercela fare, di poter continuare così.
Vorrei che fossi qui a stringere questo stupido corpo, a dirmi che sono comunque bella per te anche se mi faccio schifo, vorrei che mi tenessi le mani e me le scaldassi. Vorrei che mi accarezzassi i capelli.
Vorrei anche poter riuscire a piangere, ma le lacrime mi si sono bloccate nelle congiuntive. Vorrei piangere per liberarmi di questo dolore, ma ne sono incapace perchè penso anche che il mio regime mi renderà magra e felice, un giorno. Se solo riuscissi a mantenerlo, ad essere costante una volta nella vita, se solo non mi strafogassi di cibo quando sono da sola, quando mi sento quel vuoto dentro che provo a colmare con centinaia di calorie.

Vorrei che fossi qui, adesso.
Se tu ci fossi, mi sentirei al sicuro, saprei come controllarmi, saprei come scacciare la malinconia, sapresti riempire tu questo vuoto immenso che mi sta dentro.
Ma non ci sei e mi sento apatica, asociale, desidero solo dormire. Addormentarmi senza mai svegliarmi. Vorrei invecchiare nel sonno, finchè non torni.

sabato 8 dicembre 2012

Ignoranza

Se c'è una cosa che non sopporto e che mi manda in bestia, sono le persone che parlano proprio solo perchè hanno la bocca ed esprimono fermamente le proprie opionini riguardo a qualcosa che non conoscono. Ecco, una di queste persone è la compagna di mio padre. Certe volte mi chiedo come faccia lui a stare con una persona così insipida e ignorante.
Oggi mi ha proprio tirato a cemento ed è stato difficile stare zitta. Ho mantenuto il silenzio solo perchè era il compleanno di mio padre e non mi andava di polemizzare.
Sono stata anche brava a pranzo, nonostante il cibo in quantità tali da poter saziare un reggimento.
Odio sempre di più le feste, ma voglio superarle con dignità e soprattutto senza strafogarmi di merda.

Tra me e Luca va meglio, credo che torneremo insieme quando torna. Non credo esistano altre persone oltre lui capaci di amarmi così tanto. Dovrei pensare di essere fortunata, ma mi chiedo solo "perchè? cosa vede in me di così speciale?".
Ho sempre la paura che un giorno penserà che io non sono all'altezza per lui, che magari si sta accontentando, che può esserci di meglio... sa così tante cose, è intelligente più di quanto sembra e riesce sempre a stupirmi. Giorni fa mi ha recitato a memoria delle poesie, e io invece mi ricordo solo "mi illumino d'immenso" (che anche un imbecille è capace di rammentare 3 parole in croce).
Io a confronto suo sono ignorante in una immensità di cose. A volte mi sento a disagio, quando mi parla di qualcosa che non conosco, e a casa me lo cerco su internet... poi dopo un po' me ne dimentico.
Io le uniche cose che so sono quelle "mediche" che studio... e a volte gliele racconto e gliele spiego.
Che stupida.
Per Natale e per il suo compleanno ho deciso di non comprare regali, ma di farli con le mie mani. Un po' perchè non esiste in commercio ciò che avevo in mente, un po' forse per dimostrargli che sono capace anche di fare cose che non si aspetta, che non ho mai fatto (e infatti sto "studiando" molto per riuscirci bene).
Vorrei solo essere la persona che si merita.