venerdì 6 agosto 2021

La vie en rose

Ricordo i viaggi in macchina sulla Opel Cadet vecchissima di mia madre, quando ero ancora bambina. C'era la stessa cassetta e le stesse canzoni che si ripetevano in loop.

La prima canzone della cassetta era "La vie en rose", ci accompagnava sempre, ad ogni viaggio.

Oggi l'ho risentita per caso e mi é venuto da piangere. 

Io seduta al posto del passeggero, primavera inoltrata, finestrino giu, l'aria tiepida in faccia quasi a darti schiaffi. Mia madre che guida e canticchia, bionda e spettinata. Mi sorride di sfuggita e torna a guardare la strada. Io fisso gli alberi fuori dal finestrino passarmi vicino uno dietro l'altro sulla Via del Mare.

In questo ricordo ero felice e vuota di preoccupazioni. Non ricordo bene dove stessimo andando. Ha importanza?

Eravano io e lei, l'aria tra i capelli, la solita musica di ogni viaggio, su una macchina oscena e disordinata.

Eravamo io e lei in una vita in continuo cambiamento, dove non avevo idea di cosa sarebbe stato domani, dove non era mia responsabilitá il preoccuparmene.

Mi guarda e mi sorride con i suoi occhi verdi. Chissá che uragano di emozioni e preoccupazioni le annebbiavano i pensieri. Ma non me lo mostrava quasi mai.

Le dico: "certo che potremmo comprare un'altra cassetta". E lei ride un poco e risponde: "perché? Queste le conosciamo tutte a memoria". Alzo le sopracciglia "appunto". E lei inizia a canticchiare.

Hai ragione mamma. Era la nostra cassetta, i nostri viaggi, i nostri pensieri strapazzati dall'aria calda. Era il sottofondo musicale mentre stavo in macchina, col motore accesso, a guardarti impaziente sbrinare il vetro nelle mattine fredde d'inverno. 

Non so esattamente per quante stagioni quella cassetta ha continuato a riecheggiare nell abitacolo della nostra brutta e vecchia macchina, piena di bozzi per colpa della grandine.

Mi mancano i nostri viaggi spettinati, sempre di corsa per colpa mia che facevo ritardo. 

Mi manca il guardarti quando non avevo la risposta ad un problema. Quei problemi che mi sembravano insormontabili e amari in bocca. Quei problemi che poi non erano cosi grandi, mentre insieme alla nostra Opel sfrecciavamo sulla Via del Mare. Forse per quello che aprivi sempre i finestrini. Per far uscire pure i tuoi di pensieri, che sono certa fossero molto piu pesanti dei miei.

Mi dicevi sempre: "comunque vada, sará sempre un successo". E mi arrabbiavo o strabuzzavo gli occhi perché guardavo le cose con i miei occhi severi e non con i tuoi. 

Ma ho capito ora. 

Cerco nella mia memoria con minuzia i tuoi sorrisi, in quei momenti in cui ero certa che fossi triste e a pezzi. Quando eri sola e terrorrizzata di non essere all'altezza, di dire la cosa sbagliata. 

Cerco quei sorridi e spero di imparare ad essere brava tanto quanto te. Perché lo so che quei pensieri brutti e difficili erano l'unica cosa che, con me, non avresti condiviso mai.