sabato 2 febbraio 2013

Recidive

Meteforicamente parlando.
Quando si scopre di avere un tumore, il mondo cade addosso, i progetti, le abitudini, le aspettatite. Tutto quanto ti precipità sulla testa. Poi dopo questo colpo improvviso e qualche momento dove non sai come prendere ogni cosa, ti si libera la mente e a quel punto decidi se lottare o soccombere.
Metti caso che guarisci, che riesci a superare quel periodo buio egregiamente, che la tua vita torni a quella che chiamavi normalità. Metti che ricominci tutto da capo, accantoni il passato, non ci pensi più, tuteli le tue paure sostituendole con nuova fiducia.
In futuro, un bel giorno, hai quel presentimento che ti si insinua dentro, che riporta a galla ogni dubbio di quel male che ti ha attraversato. E così si scopre di avere una di quelle che chiamano "recidive", che è quando il tumore ti torna, ti abbatte di nuovo e con più veemenza.
La recidiva le persone la vedranno sempre come peggiore, come forze vane di guarigione, come un braccio di ferro dove alla fine quando stai per vincere ecco che arriva quella scarica di forza che ti piega.
Credo che la cosa più brutta nell'avere un tumore, sia avere la recidiva. Perchè credi di aver superato qualcosa di grandiosamente negativo e invece si ripresenta, e non è qualcosa che misconosci e che hai la forza di fronteggiare con quel pizzico di aspettative positive. È qualcosa che hai già vissuto, che pensavi di aver superato e che invece torna, si ripresenta bussando più forte, facendoti pensare che non ci srà mai un momento in cui ti potrai sentire al sicuro.
La recidiva ti sfianca e ti porta a pensare che lottare per qualcosa non risponda sempre al sinonimo di star bene. La recidiva ti fa pensare: va bene, se è così che deve essere, allora così sia. La recidiva ti assorbe ogni piccola forza, ogni stimolo di risposta e finisci subendola, immergendotici dentro appieno e affidandoti solamente all'evoluzione della malattia.
C'è chi guarisce del tutto, chi non la supera, chi la supera ma ogni giorno sucessivo alla guarigione lo vive nel dubbio che si ripresenti, prima o poi.

Metaforicamente parlando, l'amore può essere un cancro. E non so come reagirò in futuro a questa recidiva della mia vita. Non so se riuscirò mai a fidarmi di nuovo di una persona che mi ha sempre spinto a fare il contrario. L'unica cosa di cui sono certa è che amare, a volte, ti rende la vita un inferno. Amare non è solo sentirsi bene, ma è anche sopravalutare l'altro e sopportare, soccombere, sopperire a tutte quelle circostanze che mettono a dura prova il sentimento. Ovviamente, se pensi che questo sentimento venga tutta la fatica.
Spero sia così, spero di finire in un futuro a dire: "meno male che quel giorno non ho mollato e ho continuato a credere in quella persona".
Lo auguro a me stessa.
Se ciò non accadesse non mi perdonerei mai il fatto di aver voluto continuare a farmi male, nonostante l'evidenza.

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PS: ho superato l'esame della vita, e ne sono immensamente felice! :)

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