lunedì 8 ottobre 2012

Pasta frolla

Ho preso una decisione drastica. Di quelle che ti spaventano e ti lasciano disorientata.
Ho lasciato Luca.
L'ho fatto per una serie di motivi, di ragioni, che sarebbe utopistico riuscire a spiegare qui in modo completo. Questa decisione, sebbene molto sofferente e ardua da digerire, l'ho presa in un attimo.
Mi sono sentita incompatibile, ho pensato che non fosse più la persona più giusta per me.
Poi ho riflettuto, e mi sono sentita stupida. Ho pianto fino alla stremo. Ho desiderato tornare indietro.
In seguito, ho capito che fosse invece la scelta più adatta.

Lui ora è in erasmus da ormai un mese e un po'. In questo periodo, apparentemente eterno, ci siamo sempre tenuti in contatto, ci siamo visti su Skype, sono andata a trovarlo... e per farlo ho investito tempo e forze, e soldi. Ho lavorato tutti i sabati, in cui sarei potuta stare a casa, ho messo da parte qualche soldo uscendo pochissimo e ho rinunciato a l'unico breve periodo di riposo prima dell'inizio delle lezioni, per prendere un aereo da sola e star là 4 giorni. E non sono pentita di ciò, l'ho fatto con piacere e nonostante lo sforzo non mi è pesato.
Lui fa la sua vita tranquillamente, ora ha un sacco di libertà e questo deve averlo condizionato davvero tanto. Esce 3-4 sere a settimana e torna alle 6 di mattina, si sveglia alle 9 e va a lezione, non so il quale stato. Beve, gli balena nella testa l'idea di comprarsi da fumare, va in discoteca praticamente ogni sera che esce e così passa il suo prezioso tempo di villeggiatura. Tutto ciò si discosta nettamente dalla realtà in cui vive di solito. Anche se lui si ostina a dire che non c'è molta differenza.
E mi sta bene. È giusto che si diverta, che si goda questi momenti.
A volte capita che per un giorno non riusciamo a vederci, perchè lui ha lezione, io pure, poi esce.
Questo è successo per 2 giorni di fila, ma per un problema di connessione, per il quale ho perso ore pur di risolvere. Il giorno dopo ci siamo visti per 14 minuti, nonostante avesse un'ora di tempo. E per quanto questo sembri una cazzata, per me non lo è. Perchè l'ho sempre detto, con lui per primo: non sono proprio fatta per le relazioni a distanza, queste mi consumano, mi distruggono, mi lasciano dentro una tristezza infinita. Non sono capace. Io sono fatta per gli abbracci e per sentire calore, non per vedere un volto sfuocato attraverso uno schermo.
Ma lui questo non lo aveva considerato, poi ha capito. E io lo conosco, quindi non ci ho voluto dare molto peso.
La sera stessa gli ho detto che non sarei riuscita a venire a novembre, come invece gli avevo accennato. Questo perchè da quando ho ripreso le lezioni non ho più a disposizione un mezzo di trasporto gratuito e devo fare ogni giorno 100 km in auto. Questa è una grossa spesa per me, che vivo da sola e ho un bugget mensile da rispettare.
Per questo, vedendo il costo dei voli da là (30-35 euro in tutto), gli ho chiesto se era disposto a venire lui qui. Certo, gli ho pure detto che avrei pagato io il volo se non ne fosse stato capace.
Ma non gli andava lo "sbatti" del viaggio (come se io non avessi fatto lo stesso poche settimane prima) e che dovevo capire che il tempo che gli rimaneva per stare in erasmus era poco (4 mesi).
Insomma, non gli andava di venire, preferiva rimanere nella sua città dei balocchi.
Da qui il declino delle conversazioni, giustificazioni campate in aria e affermazioni prive di logica.
Gli sono sempre venuta incontro su tutto, l'ho sempre incoraggiato a fare questa esperienza e sostenuto le sue decisioni a discapito mio.
Per questo mi sarei aspettata un minimo di comprensione. Una coppia si deve venire incontro, non si può viaggiare su direzioni diverse. Questo è un fattore di incompatibilità.
Gli ho chiesto un semplice passo verso di me, ma ne ha fatte 3 indietro.
Ci siamo allontanati, inevitabilmente.
Le nostre priorità sono mutate e non si trovano più sullo stesso piano.
E per quanto questo mi faccia male, per quanto questo sia l'ultimo mio desiderio al mondo, reputo che sia la decisione più giusta adesso.
Se avessi fatto finta di niente, se avessi sorvolato, avrei perso un pezzetto della parte che ricopro in questa relazione. Non voglio finire come quelle metà inghiottite dall'altro. Se sto male, se ho bisogno della persona che ha scelto di condividere come me un percorso, voglio essere certa che questa ci sia.
E l'unica certezza che ti dovrebbe dare una relazione. Esserci sempre l'uno per l'altro, a prescindere dalle circostanze, ma entro i limiti del possibile.
Non credo di avergli chiesto molto. Ho solo chiesto di alleggerire questa situazione di distanza, di tenermi stretta in questo vacillo, di darmi quella sicurezza che mi manca... perchè 3 mesi sono lunghi, per qualsiasi coppia, anche per la più ferrea.

E noi, che mi pareva potessimo essere di acciaio, ci siamo rivelati pasta frolla.
E mi sono sbriciolata... come un biscotto zuppo, sono caduta sul fondo della tazza.
Mi sento morire.
Mi sento così male che oggi non mangiare è stato estremamente semplice.

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