domenica 21 ottobre 2012

Il medico legale di te stesso

Ho inciso la mia pelle, i tessuti, tutti gli strati fino ad arrivare in fondo, oltre i muscoli e le ossa.
Mi sono intromessa nell'intimità di questa carne, per frugare, analizzare, rispondere.
Ho osservato ogni centimetro di questa me materiale, ho toccato gli organi e ne ho tastato la consistenza, ho preso piccoli pezzetti di ognuno. Mi sono sporcata queste mani pallide con il sangue pigro dei vasi. Non so se esso abbia davvero la voglia di nutrire ogni parte di me. Il cuore ad esempio, quello lo lascerebbe volentieri senza ossigeno, asfissiato e contratto... ma senza questo muscolo nemmeno il sangue ha la forza di fluire, quindi lo nutre lo stesso, ma il minimo indispensabile. Solo per salvaguardarsi, per sopravvivere, anche se deve scorrere lento e pigro, anche se deve faticare.
Ho estratto ogni organo. Stupidi tessuti che sanno sempre cosa fare, non devono nemmeno sforzarsi di avere un dubbio. Filtrano, secernono, compensano, supportano, espandono.
Ho sminuzzato, reciso, cauterizzato i vasi che li nutrivano. Non mi servono, posso sopravvivere lo stesso. Potrei davvero sopravvivere senza questo stupido corpo e senza il sangue che lo nutre.
Posso sopravvivere da sola.
Dopo averli estratti e studiati, li ho ributtati dentro, senza un ordine, senza una logica. A questo punto si dovrebbe procedere richiudendo, avvicinando i lembi e suturando metodicamente.
Ma non ci riesco, non posso richiudere, non posso perchè non ho scoperto ancora per quale motivo il mio corpo abbia smesso di essere vivo. Non so se sia per il sangue, che pigro non ha voltuto più scorrere  o se è per qualche organo che ha smesso di espletare la propria funzione ed ha abbandonato quel meccanismo che sembrava perfetto.
Prima era perfetto, vorrei solo capire perchè ha smesso di esserlo.

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